Il Long-COVID rappresenta una condizione clinica caratterizzata dal mancato ritorno da parte del paziente affetto da COVID-19 allo stato di salute precedente l’infezione acuta.
I motivi per cui solo alcuni pazienti sviluppano il Long-COVID al momento non sono noti. Sebbene non ci sia un singolo sintomo o test per diagnosticare il Long-COVID, molti pazienti lamentano profonda astenia, e una serie di sintomi clinici che evidenziano il possibile coinvolgimento della maggior parte dei sistemi corporei. Per le persone in attività il Long-COVID può rendere difficile il rientro al lavoro, con ovvie conseguenze di carattere economico e di perdita di giorni lavorativi. Per le persone anziane il Long-COVID può avere un significativo impatto sullo stato funzionale e ridurre la loro autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane.
La terminologia più frequentemente usata per definire le fasi che seguono la malattia acuta da SARS-CoV-2 è:
- Malattia COVID-19 sintomatica persistente segni e sintomi attribuibili al COVID-19 di durata compresa tra 4 e 12 settimane dopo l’evento acuto;
- Sindrome post-COVID-19 segni e sintomi che si sono sviluppati durante o dopo un’infezione compatibile con il COVID-19, presenti per più di 12 settimane dopo l’evento acuto e non spiegabili con diagnosi alternative.
Il Long-COVID comprende sia la forma sintomatica persistente che la sindrome post-COVID.
Questa condizione è quindi caratterizzata da segni e sintomi causati dall’infezione da SARS-CoV-2 che continuano o si sviluppano dopo 4 settimane da una infezione acuta. Per maggiori informazioni puoi consultare il Rapporto ISS COVID-19 n.15/2021