La febbre di Chikungunya è una malattia virale fortemente debilitante, ma non mortale. Dura alcune settimane ed è caratterizzata soprattutto da febbre, forti dolori articolari (tanto da essere chiamata anche “febbre spaccaossa”) e comporta una convalescenza piuttosto lunga.
Può essere trasmessa da uomo a uomo attraverso la puntura di una zanzara infetta (vettore), in particolare Aedes aegypti e Aedes albopictus.
Dopo un periodo di incubazione di 3-12 giorni, si manifestano sintomi simili a quelli dell’influenza, con febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti dolori articolari (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua Makonde significa “ciò che curva” o “contorce”), tali da limitare molto i movimenti dei pazienti che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni che consentano di non sentire il dolore. In alcuni casi, si può sviluppare anche eruzione cutanea pruriginosa. Il tutto si risolve spontaneamente, in genere in pochi giorni, anche se i dolori articolari possono persistere anche per molti mesi.
Le complicanze più gravi sono rare e possono essere di natura emorragica (anche se non così gravi come nella Dengue) entro 3-5 giorni, o neurologica, soprattutto nei bambini. In rarissimi casi la Chikungunya può essere fatale, più che altro in soggetti anziani che presentano già altre patologie di base.
La prevenzione della malattia consiste innanzitutto nell’evitare o ridurre al minimo le punture delle zanzare.
In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se accompagnata da dolori articolari, si raccomanda ai viaggiatori di rientro da una zona in cui è presente la malattia di segnalare i Paesi in cui si sono recati al proprio medico o alla struttura ospedaliera a cui si sono rivolti.
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Trattamenti ordinari e disinfestazioni straordinarie
E’ attivo un programma ordinario di lotta alle zanzare che ogni anno i Comuni effettuano nelle aree urbane, prevedendo trattamenti larvicidi nei tombini stradali e attività di educazione e coinvolgimento dei cittadini nella gestione delle aree private: è proprio qui, infatti, che si concentra la maggior parte dei focolai di sviluppo larvale in città. Pertanto, è molto importante rimuovere tutti gli oggetti in cui l’acqua può ristagnare, e distribuire larvicida nei focolai che non possono essere eliminati.
In caso di accertata circolazione di virus patogeni è necessario attivare un protocollo straordinario di disinfestazione che si configura in modo differenziato a seconda che sia rivolto al controllo dei virus Chikungunya, Dengue, Zika o per limitare l’esposizione al virus West Nile.
Quando si è in presenza di un caso anche solo sospetto di Dengue, Chikungunya o Zika viene attivato, entro 24 ore dalla segnalazione, un protocollo straordinario che prevede una disinfestazione articolata in tre fasi, condotte in modo sinergico: trattamento adulticida, trattamento larvicida, rimozione dei focolai larvali.
Questo trattamento viene effettuato da ditte incaricate dai Comuni nella zona circostante la residenza e il luogo lavoro della persona infetta, per evitare il rischio che le zanzare, avendola punta, possano poi infettare altri individui. Le zanzare hanno un raggio di volo limitato e per questo motivo non è necessario che l’intervento sia esteso oltre una certa area, anche per evitare che si sviluppino negli insetti fenomeni di resistenza ai trattamenti adulticidi.
Nel caso di accertata circolazione del virus West Nile, si procede con interventi straordinari preventivi con adulticidi in caso di manifestazioni all’aperto, con aggregazione di molte persone, in ore serali. Se i casi di malattia, nell’uomo o nei cavalli, diventano rilevanti, questi interventi saranno condotti anche nei luoghi dove si concentrano le persone più fragili ed esposte ad ammalarsi, come strutture socioassistenziali e ospedali.