Case della Salute e Ospedali di Comunità, una delegazione dell’Università di Milano in visita per conoscere il “modello modenese”

Il gruppo, composto anche da membri dell’Istituto Mario Negri, Aifec e Sacra Famiglia Onlus, si è recato ieri a Castelfranco Emilia e a Modena per approfondire servizi e percorsi di cura

 

Una visita che è diventata al contempo un’occasione di confronto e scambio di conoscenze sulla rete di
servizi, l’organizzazione e i percorsi ambulatoriali all’interno di Case della
Salute e Ospedali di Comunità (OsCo) del territorio modenese. Nella giornata di
ieri una delegazione dell’Università degli Studi di Milano, insieme ad alcuni
membri dell’Istituto Mario Negri, dell’Aifec (Associazione infermieri di
famiglia e comunità) e della Fondazione Sacra Famiglia Onlus, è giunta in
provincia per conoscere alcuni presidi sanitari e servizi attivi. Ad
accoglierla, Andrea Fabbo e Rita Minozzi, rispettivamente Direttore UOC
Geriatria e Disturbi Cognitivi e Demenza dell’Ausl di Modena e coordinatrice infermieristica
della stessa unità operativa.

La visita è iniziata dalla Casa della Salute “Regina Margherita” di Castelfranco Emilia, al cui interno è presente anche un OsCo, ed è proseguita alla Casa della Salute “G.P. Vecchi” di Modena, per poi continuare al Centro Disturbi Cognitivi e Demenze di Modena. L’obiettivo della giornata è stato quello di condividere e fare conoscere alla delegazione l’esperienza locale e le eccellenze che contraddistinguono l’erogazione di servizi sul territorio modenese.
A Castelfranco sono intervenuti Emanuela Malagoli, responsabile della Casa della Salute Regina Margherita; la coordinatrice dell’OsCo Rosa de Luca, Massimo Fancinelli Medico di medicina generale e referente OsCo, e Katiuscia Cottafavi, coordinatrice infermieristica. Ad accogliere la delegazione di visitatori a Modena erano presenti tra gli altri Imma Cacciapuoti, responsabile dell’Assistenza territoriale Ausl; Lucia Cavazzuti, Direttrice Cure Primarie Modena; Maurizio Peren, responsabile della Casa della Salute G.P. Vecchi; Alda Reggiani, coordinatore provinciale UOC Diabetologia; e Monica Guicciardi, infermiera dell’ambulatorio infermieristico territoriale.

logo auslmo quadrato

Nelle varie tappe i professionisti modenesi hanno illustrato
percorsi, protocolli, processi e appropriatezza delle risposte ai bisogni della
collettività, con un focus particolare sul ruolo dell’infermiera case manager, che si occupa di prendere in carico il percorso individuale di cura della
persona con patologie croniche e con bisogni complessi (nella maggior parte dei
casi anziani)
definendo un’assistenza tarata sul singolo paziente e
agevolandone il rientro al domicilio o l’inserimento presso i servizi
socio-sanitari territoriali. Il modello parte da una profonda conoscenza della
cultura e della metodologia geriatrica, che vede nella valutazione
multidimensionale e nella continuità assistenziale i punti di riferimento anche
per l’assistenza territoriale a vantaggio di questa tipologia di pazienti.

“Fare
conoscere le nostre realtà più importanti ai rappresentanti dell’Università di
Milano e delle altre istituzioni ed enti presenti è stato per noi motivo di
grande orgoglio e confronto –
dichiarano Andrea Fabbo e Rita Minozzi -.
Scambiare esperienze ed aprirsi a nuove sfide è una delle regole fondamentali
per fare evolvere l’assistenza sanitaria territoriale e fornire risposte sempre
più puntuali alla popolazione. Solo scoprendo e conoscendo come si muovono le
varie realtà italiane, pur nelle differenze esistenti a livello regionale, è
possibile generare un valore aggiunto e migliorare il sistema sanitario a
livello nazionale”.

 

[26 luglio 2022]

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