I “bocconi avvelenati” sono una pratica crudele sempre diffusa nonostante la normativa oggi preveda anche il carcere: polpette, fette di prosciutto, cotenne, colli di pollo, spugne, contenenti in prevalenza pesticidi ed erbicidi o veleni per topi e insetticidi.
Tali sostanze, oltre a colpire l’animale, possono comportare anche rischi per la salute pubblica e per l´impatto ambientale: gli animali avvelenati possono essere preda di altri animali; alcuni veleni persistono nell´ambiente e possono raggiungerele falde acquifere.
Il Servizio Veterinario dell’Ausl effettua una prima valutazione dei casi di avvelenamento: raccolgono il materiale sospetto e lo inviano, se ritenuto necessario, all’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna tenendo traccia delle segnalazioni.
Accanto al Servizio Veterinario operano sinergicamente:
– l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell´Emilia-Romagna per le analisi di laboratorio
– il corpo forestale dello stato per il contrasto al maltrattamento degli animali,
– i veterinari libero professionisti
– le forze dell’ordine
Una maggiore sensibilizzazione rispetto alle segnalazioni e alle denunce, e la raccolta organica di dati, possono contribuire a rendere più incisiva l’attività di contrasto a questo fenomeno.
Qualsiasi segnalazione in merito ai bocconi avvelenati può essere fatta:
- al proprio veterinario di fiducia
- al Servizio Veterinario del proprio Distretto Sanitario,
- al Corpo Forestale dello Stato telefonando al numero 151 (numero di emergenza ambientale).