Sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano

I sottoprodotti di origine animale si ottengono prevalentemente durante la macellazione di animali destinati al consumo umano, durante la produzione di prodotti di origine animale come i prodotti lattiero-caseari, durante lo smaltimento dei cadaveri di animali e nell’ambito di provvedimenti di lotta alle malattie.

A prescindere dall’origine, essi costituiscono un rischio potenziale per la salute pubblica e degli animali nonché per l’ambiente. Questo rischio deve essere tenuto sotto controllo in modo adeguato, o destinando tali prodotti a sistemi di smaltimento sicuri o utilizzandoli per vari fini, a condizione che trovino applicazione requisiti rigorosi che riducono al minimo i rischi sanitari connessi.

L’impiego dei sottoprodotti di origine animale nell’alimentazione zootecnica (quali materie prime per la produzione di mangimi destinati ad altri animali) è stato notevolmente limitato a seguito dell’insorgenza delle Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili quali la BSE o comunemente nota come  “sindrome della mucca pazza”. Gli impianti sono quindi sottoposti ad ispezioni e campionamenti per valutare la modalità di raccolta e di trattamento (smaltimento o trasformazione) dei sottoprodotti di origine animale.

Tali controlli sono inoltre necessari al fine di garantire i requisiti igienico sanitari per l’utilizzo dei sottoprodotti trasformati come alimenti per animali da compagnia o per il loro utilizzo, nei casi consentiti, come fertilizzanti organici.

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