L’uso eccessivo di alcol espone le persone a rischi gravi per la salute, patologie correlate e forme di dipendenza.
Anche il Piano Regionale della Prevenzione (PRP) 2021-2025 dell’Emilia-Romagna, approvato a dicembre 2021 in continuità con la Legge Regionale 19/2018, ricorda che è importante ridurre o cessare l’assunzione di alcolici in quanto possono determinare, soprattutto in alcune persone, patologie a carico dell’apparato gastrointestinale, neoplasie, incidenti
stradali, aggressività e liti famigliari, depressione, suicidio.
L’alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con la capacità di indurre dipendenza. Al contrario di quanto si ritiene comunemente, l’alcol non è un nutriente e il suo consumo non è utile all’organismo o alle sue funzioni. Il suo uso causa, invece, danni diretti alle cellule di molti organi, soprattutto fegato e sistema nervoso centrale, e in particolare alle cellule del cervello.
Nei sette centri alcologici dell’AUSL di Modena, presenti in ogni Distretto della provincia, vengono attuati programmi integrati per il recupero dell’abuso e della dipendenza da alcol. Tra questi:
1) Corsi destinati a chi ha violato l’art. 186 del Codice della strada (guida in stato di ebbrezza)
2) Trattamenti di disintossicazione ambulatoriali o presso Casa di Cura
3) Sostegno psicologico o psicoterapia
4) Inserimento nei gruppi di Auto-aiuto presenti sul territorio: Alcolisti Anonimi – Acat (club alcologici territoriali), Gruppi famigliari Al.Anon/Alateen
5) Inserimento nelle comunità terapeutiche CEIS, Papa Giovanni XXIII, Angolo, Nefesh, in convenzione con l’Ausl di Modena
La persona che presenta comportamenti di abuso o dipendenza da bevande alcoliche può rivolgersi ai Centri alcologici dell’Azienda USL di Modena che operano, con equipe di professionisti (medico, psicologo, assistente sociale, infermiere, educatore), nel campo della prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi legati al consumo e all’abuso di alcol.
La presa in carico valorizza la centralità della persona attuando, nella fase iniziale, un percorso di osservazione-diagnosi utile per proporre e attuare trattamenti terapeutico-riabilitativi personalizzati e flessibili, secondo le linee guida e i protocolli aziendali, sottoposti a periodica verifica.
Ogni situazione viene valutata singolarmente dall’equipe di professionisti per individuare e proporre trattamenti adeguati a contrastare la dipendenza e prevenirne le ricadute, e offrendo supporto psicologico.
L’alcol è la principale causa di molte malattie. Tra le prime:
> la sindrome o crisi di astinenza da alcol, una patologia reversibile con intensità e durata soggettive, direttamente proporzionali al periodo di assunzione (più o meno prolungato), al tipo e alla quantità di bevande assunte. L’uso continuativo di alcol in quantità eccessive, produce, infatti, effetti simili a quelli di altre sostanze psicotrope anche illegali, quali induzione della dipendenza psichica e fisica, assuefazione, craving, compulsività e altri disturbi del comportamento, con danni particolarmente rilevanti anche a livello sociale. La crisi di astinenza è caratterizzata da tremori, nausea, vomito, cefalea, sudorazione, ansia, disturbi dell’umore, talvolta crisi epilettiche e può evolvere in certi casi fino al delirium tremens.
> il coma etilico o intossicazione acuta da alcol, si verifica quando si raggiungono livelli eccessivi di alcool etilico nel sangue. Questa condizione non deve mai essere sottovalutata, potendo il coma provocare danni irreversibili al sistema nervoso o la morte del soggetto.
Il panorama delle patologie correlate all’uso di alcol si è ampliato negli ultimi anni. Oltre alle patologie relative all’apparato gastroenterico (esofagite, gastrite, steatosi, epatite acuta e cronica, cirrosi epatica, pancreatiti e tumori) e del sistema nervoso centrale e periferico (atrofia cerebrale, polinevriti), altri sistemi risultano coinvolti, quali il cardiovascolare (infarto miocardico, tromboflebiti, vasculiti), l’endocrino-riproduttivo (infertilità, impotenza, diminuzione del desiderio sessuale, alterazioni ormonali), talora in modo irreversibile. L’alcol è anche causa concomitante di alcuni tumori maligni, parzialmente alcol-attribuibili, come il tumore dell’oro-faringe, dell’esofago, del colon-retto, della laringe, del fegato e della mammella (la IARC – International Agency for Research on Cancer lo classifica nel gruppo 1, sicuramente cancerogeno per l’uomo).
Da non dimenticare, inoltre, i rischi legati al consumo di alcol in gravidanza, una delle cause maggiori di ritardo mentale dei bambini nei Paesi occidentali. Attraversando la placenta, l’etanolo può compromettere la crescita e il peso del feto, provocando danni permanenti al sistema nervoso centrale, con sottosviluppo e malformazione delle cellule e della struttura del cervello e conseguenze a livello funzionale e cognitivo (scarsa memoria, deficit di attenzione e comportamenti impulsivi).
L’alcol è responsabile di molti danni indiretti (i cosiddetti danni alcol-correlati), dovuti a comportamenti associati a stati di intossicazione acuta, come nel caso dei comportamenti sessuali a rischio, degli infortuni sul lavoro, degli episodi di violenza, della guida in stato di ebbrezza (gli incidenti stradali provocati dalla guida in stato d’ebbrezza hanno un peso preponderante nella mortalità giovanile).
Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, oltre il 25% di essi sono quelli “in itinere” sul percorso tra casa e lavoro e viceversa. Basta raggiungere un’alcolemia di 0.5 g/l per raddoppiare il rischio di subire un infortunio.
Sul lavoro il consumo di alcol raccomandato è zero e per alcune categorie ad alto rischio per l’incolumità a terzi la legge prevede esplicitamente il divieto di consumo nei luoghi di lavoro.
Secondo il “Global status report on alcohol and health 2018″ dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’uso di alcol nel 2016 ha causato nel mondo circa 3 milioni di morti, ossia il 5,3% di tutti decessi e il 5,1% degli anni di vita persi a causa di malattia, disabilità o morte prematura attribuibili all’alcol.
Più di tre quarti dei decessi si è verificato tra gli uomini. Il 10% della popolazione italiana ha un consumo di bevande alcoliche a rischio (abuso) e l’1% è alcol-dipendente.
In provincia di Modena, nel 2022, le persone con problemi dovuti all’uso di alcol in contatto con i Centri Alcologici provinciali sono state 1859, di queste 241 hanno iniziato un percorso specifico di recupero, mentre 471 hanno avuto un contatto ‘leggero’ per interventi che non prevedono una presa in carico individualizzata e strutturata.