A partire dal nuovo numero di Guardia medica, si è lavorato a un percorso articolato per l’emergenza-urgenza, con tavoli di lavoro con mmg e specialisti per costruire percorsi sempre più efficaci
In merito alle affermazioni del consigliere Antonio Platis, diffuse nella giornata odierna, si precisa quanto segue.
Non è possibile estrapolare un singolo servizio dal piano complessivo dell’Ausl di Modena sull’emergenza-urgenza, che si basa su una importante revisione organizzativa e sulla coprogettazione di nuovi modelli con medici specialisti e medici di medicina generale. che hanno consentito di porre in essere diversi miglioramenti progressivi e integrati tra loro.
In primo luogo il numero unico di continuità assistenziale istituito a luglio 2023, ha permesso di dare a tutti i cittadini modenesi una risposta medica omogenea ed equa su tutto il territorio provinciale, risolvendo oltre il 60% dei bisogni già telefonicamente ed evitando spostamenti non necessari. Solo in un secondo momento si è operato per l’attivazione dei primi Cau, in linea con le indicazioni regionali, vale a dire strutture territoriali alle quali rivolgersi per problemi di salute urgenti, ma non gravi, e il cui obiettivo è essere un punto di riferimento per tutti i servizi della rete territoriale facilitando, in un’ottica di prossimità e di capillarità, il rafforzamento della presa in carico dei cittadini. Si passa così da una risposta puramente prestazionale ad una assistenziale di presa in carico e soluzione dei problemi di salute del cittadino, proporzionalmente alla loro gravità e complessità, anche grazie ad altri servizi come le Centrali operative territoriali e le Case della Comunità. È dunque in questo contesto che vanno osservati i primi tre Cau, nati come evoluzione dei Punti di primo intervento sui territori che hanno così beneficiato di più tecnologie, in alcuni casi orari più estesi ma, soprattutto, di una maggiore integrazione con gli altri servizi. Sono stati infatti predisposti, prima dell’attivazione di ogni sede, tavoli di lavoro con mmg e specialisti per costruire percorsi di presa in carico delle patologie urgenti e gestire così il percorso diagnostico del paziente. Sono stati poi ulteriormente rafforzati i percorsi interni agli Ospedali di Carpi e Policlinico e i cosiddetti fast-track (percorsi veloci verso altri reparti) per consentire l’attivazione degli altri due Cau e ancora si lavorerà sugli altri distretti, dove non insistono ancora i Cau, per contenere gli accessi ai PS.
A parlare sono proprio i dati: se infatti, nel 2023 (prima dei Cau) si è osservato un incremento degli accessi pari al +3,3% rispetto al 2022, con ritorno ai livelli pre-pandemici, i dati di maggio-giugno 2024 rispetto allo stesso periodo 2023 evidenziano invece una stabilizzazione dei volumi di accesso alle strutture di Pronto Soccorso e pertanto l’arresto del trend in incremento e, guardando il tipo di casistica, per i codici di accesso a bassa priorità (bianco e verde) si registra una diminuzione. Restringendo le analisi sui territori in cui sono stati recentemente inaugurati i Cau, nel Pronto Soccorso di Carpi si delinea da un lato una stabilizzazione degli accessi complessivi e dall’altro una diminuzione degli accessi in codice bianco/verde (pari al -5% nei periodi a confronto) mentre nel Pronto Soccorso del Policlinico si rileva una riduzione del 9% degli stessi codici. Si sottolinea inoltre la riduzione dei tempi di attesa e quella dei tempi di processazione dei codici minori gestiti dai Cau rispetto ai PS: i pazienti con bisogni urgenti attendono meno la visita medica e vengono dimessi in tempi più rapidi rispetto a quanto accade in PS dove la priorità è per i codici più gravi.
Quanto ai trasporti dei pazienti in emergenza verso i PS, da qualsiasi contesto di provenienza – la strada, il domicilio, o altra struttura – è proprio il 118 il servizio più appropriato e sicuro possibile e per questo motivo per ogni Cau è stato previsto un percorso per il trasporto tramite il 118; tale casistica è comunque estremamente limitata in quanto i cittadini hanno comunque compreso in quali situazioni recarsi al Cau. Si coglie l’occasione per ribadire che a fronte di sintomi suggestivi di infarto o ictus, bisogna contattare il 118 e non recarsi autonomamente in alcuna struttura sanitaria, ciò significa non al Cau ma nemmeno al PS. A rassicurazione dei cittadini si precisa infine che i trasporti di pazienti da Cau al PS, così come quelli verso altri ospedali, sono previsti nell’ambito del sistema Emergenza-urgenza provinciale e non “tolgono” mezzi di soccorso, perché il sistema nel suo complesso è costruito per garantire, a partire dalle indicazioni della Centrale operativa di Bologna, il mezzo più appropriato a ciascun bisogno.
[27 luglio 2024]